PRESENTAZIONE

Contratto di Fiume Judrio

Lungo le proprie rive
ogni fiume racconta la sua storia…
(Hans Kitzmüller)

Che cos’è un Contratto di Fiume

Il Contratto di Fiume (CdF) è uno strumento volontario di programmazione strategica e negoziata che persegue la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale.

In che modo si realizza?

Si realizza mediante la sottoscrizione di un accordo volontario (=contratto) tra soggetti diversi pubblici e privati (=portatori di interesse) che, tutti insieme, elaborano una pianificazione strategica negoziata per la riqualificazione e tutela di un bacino fluviale (= il fiume, dalla sorgente alla foce e tutti i suoi affluenti). I soggetti aderenti al CdF definiscono un Programma d’Azione (PA) condiviso e si impegnano ad attuarlo attraverso la firma di un accordo.

Come si verificano le azioni?

Si concorda e si attiva un Sistema di controllo e monitoraggio periodico del contratto per la verifica dello stato di attuazione delle varie fasi e azioni, della qualità della partecipazione e dei processi deliberativi conseguenti.

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Perché fare un contratto di fiume?

I contratti di fiume contribuiscono al perseguimento degli obiettivi delle normative in materia ambientale, con particolare riferimento alla direttiva 2000/60/CE (direttiva quadro sulle acque) , che prevede il raggiungimento del “buono stato” di qualità dei corpi idrici, alle relative direttive figlie, unitamente alla direttiva 2007/60/CE (direttiva alluvioni) , e alle direttive 42/93/CEE (direttiva Habitat) e 2008/56/CE (direttiva quadro sulla strategia marina), in quanto utile strumento per la prevenzione e riduzione dell’inquinamento, l’utilizzo sostenibile dell’acqua, la protezione dell’ambiente e degli ecosistemi acquatici; la mitigazione degli effetti delle inondazioni e della siccità nonché per il coordinamento e la coerenza delle azioni e degli interventi previsti per l’attuazione delle direttive di cui sopra. I Contratti di Fiume devono essere coerenti con le previsioni di piani e programmi già esistenti nel bacino idrografico di riferimento/sub-bacino e per il territorio oggetto del CdF e, qualora necessario, possono contribuire ad integrare e riorientare la pianificazione locale e a migliorare i contenuti degli strumenti di pianificazione sovraordinata, in conformità con gli obiettivi delle normative ambientali.

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le tappe

Le tappe di un contratto di Fiume

Bacino idrografico dello Judrio

La premessa

In un sistema di governance multilivello, i Contratti di fiume si configurano come processi continui di negoziazione tra le Pubbliche Amministrazioni e i soggetti privati coinvolti a diversi livelli territoriali e si sostanziano in accordi multisettoriali e multiscalari caratterizzati dalla volontarietà e dalla flessibilità tipiche di tali processi decisionali.
Attraverso questi processi di programmazione negoziata si possono identificare percorsi di riqualificazione territoriale capaci di perseguire il cosiddetto “equilibrio delle tre E” (ecologia, equità, economia): le comunità insediate definiscono in modo condiviso le misure per la riqualificazione dei territori, senza minacciare l’operabilità dei sistemi naturale, edificato e sociale da cui dipende la fornitura dei servizi ambientali, sociali ed economici.
Dove il territorio è pronto, gli approcci bottom up come i Contratti di Fiume si rivelano un insostituibile strumento di coinvolgimento e costituiscono un efficace strumento di dialogo tra Istituzioni e pubblico/stakeholder a livello locale. Questa attività si rivela particolarmente preziosa dove si incontrano difficoltà nel coinvolgimento e nel dialogo derivanti da particolari condizioni come ad esempio dimensione transazionale delle problematiche in territori di confine, oppure nel caso di problemi di territori a valle generati a monte. 
I contratti di fiume in Italia

Piccolo inciso sullo strumento del Contratto di Fiume:

Nel 2015 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), in collaborazione con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e il Tavolo nazionale dei Contratti di Fiume, ha coordinato un gruppo di esperti che hanno redatto il documento recante “Definizione e requisiti qualitativi di base dei Contratti di Fiume”, nel quale vengono specificati i principi generali e gli approcci operativi di riferimento per una corretta implementazione di questi strumenti di governance. Tale documento ad oggi costituisce il principale riferimento metodologico per l’implementazione dei Contratti di Fiume in Italia. Molte Regioni, tra cui la Regione Friuli Venezia Giulia, si sono attivate concretamente per supportare i territori nell’applicazione di questo importante strumento di programmazione negoziata.

Normativa di riferimento

Dlgs 152/2006, art. 68 bis (Testo Unico Ambientale)
LR 11/2015, art. 12 (Disciplina organica in materia di difesa del suolo e di utilizzazione delle acque) Piano Paesaggistico Regionale (DPReg. 24 aprile 2018, n. 0111/Pres) ai sensi del DLgs 42/2004 (Codice del Paesaggio) – art. 52 N.T.A

le tappe

Il percorso in modo semplice!

Il contratto di fiume, come tutti i processi partecipati, si basa essenzialmente sulla partecipazione che deve essere il più ampia possibile e che si realizza attraverso un percorso a tappe. Man a mano che si sviluppa il dibattito e si scambiano informazioni, aumenta il numero delle persone che decidono di partecipare portando il loro contributo di idee, esperienze e competenze.
Il percorso inizia da un Soggetto Promotore, solitamente un’associazione territoriale sensibile al tema della tutela ambientale e dei corsi d’acqua in particolare, che si attiva in modo da creare un collegamento tra le istanze di salvaguardia che provengono dalla cittadinanza e gli enti pubblici di quel territorio.
La Regione, che esercita una funzione di pianificazione strategica di tutela ambientale anche mediante lo sviluppo dei contratti di fiume, guida i primi passi nell’attivazione degli organismi partecipati mettendo a disposizione le competenze della Direzione Ambiente in primis e di tutte le altre Direzioni regionali coinvolte. Parte così un percorso di parte pubblica, che vede sempre un ente pubblico, perché dotato di personalità giuridica, farsi carico del ruolo di Capofila. Il suo compito è di creare una rete di collegamento con tutte le amministrazioni comunali che appartengono al bacino idrografico di riferimento e con tutti i portatori di interesse che gravitano nell’ambito oggetto del contratto di fiume.
L’approvazione di una serie di atti fondamentali consente di arrivare alla firma del contratto di fiume:

1 - Documento di intenti
2 - Analisi conoscitiva
3 - Documento strategico
4 - Programma d’azione
5 - Piano di azione
6 - Il Contratto di fiume

le tappe

parole chiavE

1 - Dichiarazione di intenti

Il documento (o dichiarazione, o manifestazione) di intenti è un documento che contiene le motivazioni e gli obiettivi generali, stabiliti anche per il perseguimento degli obblighi cui all’articolo 4 della direttiva 2000/60/CE e delle direttive conseguenti, le criticità specifiche oggetto del CdF e la metodologia di lavoro, condivisa tra gli attori che prendono parte al processo. La sottoscrizione di tale documento da parte dei soggetti interessati dà avvio all’attivazione del CdF.

3 - Documento Strategico

Definisce lo scenario, riferito ad un orizzonte temporale di medio-lungo termine, che integri gli obiettivi della pianificazione di distretto e più in generale di area vasta, con le politiche di sviluppo locale del territorio.

5 - Piano di Azione

Il PA deve indicare oltre agli obiettivi per ogni azione anche i soggetti interessati, i rispettivi obblighi e impegni, i tempi e le modalità attuative, le risorse umane ed economiche necessarie, nonché la relativa copertura finanziaria. Il PA contiene una descrizione sintetica del contributo delle singole azioni volte al perseguimento delle finalità di cui alle direttive 2000/60/CE (direttiva quadro sulle acque), 2007/60/CE (direttiva alluvioni) e 42/93/CEE (direttiva Habitat) e delle altre direttive pertinenti.

2 - Analisi Conoscitiva preliminare integrata

È un’analisi conoscitiva preliminare sugli aspetti ambientali, sociali ed economici del territorio oggetto del CdF, come ad es.: la produzione di una monografia d’area o Dossier di caratterizzazione ambientale (inclusa un’analisi qualitativa delle principali funzioni ecologiche), territoriale e socio-economico (messa a sistema delle conoscenze), la raccolta dei Piani e Programmi (quadro programmatico), l’analisi preliminare sui portatori di interesse e le reti esistenti tra gli stessi. Tra le finalità dell’analisi vi è la definizione e/o valorizzazione di obiettivi operativi, coerenti con gli obiettivi della pianificazione esistente, sui quali i sottoscrittori devono impegnarsi.

4 - Programma d’Azione

È programma di cose da fare entro un tempo ben definito e limitato (indicativamente di tre anni), alla scadenza del quale, sulla base delle risultanze del monitoraggio, sarà eventualmente possibile aggiornare il contratto o approvare un nuovo PA.

6 - Contratto di fiume

Sottoscrizione di un Atto di impegno formale, il Contratto di Fiume, che contrattualizzi le decisioni condivise nel processo partecipativo e definisca gli impegni specifici dei contraenti.

1 - Dichiarazione di intenti

Il documento (o dichiarazione, o manifestazione) di intenti è un documento che contiene le motivazioni e gli obiettivi generali, stabiliti anche per il perseguimento degli obblighi cui all’articolo 4 della direttiva 2000/60/CE e delle direttive conseguenti, le criticità specifiche oggetto del CdF e la metodologia di lavoro, condivisa tra gli attori che prendono parte al processo. La sottoscrizione di tale documento da parte dei soggetti interessati dà avvio all’attivazione del CdF.

2 - Analisi Conoscitiva preliminare integrata

È un’analisi conoscitiva preliminare sugli aspetti ambientali, sociali ed economici del territorio oggetto del CdF, come ad es.: la produzione di una monografia d’area o Dossier di caratterizzazione ambientale (inclusa un’analisi qualitativa delle principali funzioni ecologiche), territoriale e socio-economico (messa a sistema delle conoscenze), la raccolta dei Piani e Programmi (quadro programmatico), l’analisi preliminare sui portatori di interesse e le reti esistenti tra gli stessi. Tra le finalità dell’analisi vi è la definizione e/o valorizzazione di obiettivi operativi, coerenti con gli obiettivi della pianificazione esistente, sui quali i sottoscrittori devono impegnarsi.

3 - Documento Strategico

Definisce lo scenario, riferito ad un orizzonte temporale di medio-lungo termine, che integri gli obiettivi della pianificazione di distretto e più in generale di area vasta, con le politiche di sviluppo locale del territorio.

4 - Programma d’Azione

È programma di cose da fare entro un tempo ben definito e limitato (indicativamente di tre anni), alla scadenza del quale, sulla base delle risultanze del monitoraggio, sarà eventualmente possibile aggiornare il contratto o approvare un nuovo PA.

5 - Piano di Azione

Il PA deve indicare oltre agli obiettivi per ogni azione anche i soggetti interessati, i rispettivi obblighi e impegni, i tempi e le modalità attuative, le risorse umane ed economiche necessarie, nonché la relativa copertura finanziaria. Il PA contiene una descrizione sintetica del contributo delle singole azioni volte al perseguimento delle finalità di cui alle direttive 2000/60/CE (direttiva quadro sulle acque), 2007/60/CE (direttiva alluvioni) e 42/93/CEE (direttiva Habitat) e delle altre direttive pertinenti.

6 - Contratto di fiume

Sottoscrizione di un Atto di impegno formale, il Contratto di Fiume, che contrattualizzi le decisioni condivise nel processo partecipativo e definisca gli impegni specifici dei contraenti.

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